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Questione di Percezioni

La nostra mente ha la potenzialità di formulare fino a 20.000 distinti pensieri al giorno. Non solo: dalle tante cose straordinarie che il nostro cervello è in grado di fare, una delle più meravigliose è la capacità di assimilare le parole che diciamo e che ascoltiamo; infatti la nostra mente registra migliaia di parole ogni giorno, sia quelle che ci ricordiamo, sia quelle che ci dimentichiamo in un istante. Anche i termini non memorizzati possono influenzarci.

Ognuno di noi, ha uno strumento straordinario: il LINGUAGGIO e, con esso, la capacità di influire sugli altri. Ci sono parole a cui associamo qualcosa di positivo: fatti, esperienza o sensazioni piacevoli. Parole come: vantaggio, amore, solidarietà, guadagno, gratificazione, bello, unico e gradevole. Mi sembra evidente che più utilizziamo termini del genere, più stiamo influendo positivamente. Altre parole invece collegate a qualcosa di negativo. Termini come: rischio, pesante, difficile, gravoso, complicato, dolore. In questo caso stiamo influenzando negativamente. Nelle aziende la parola più diffusa in assoluto è il termine “PROBLEMA”. Problema è una parola negativa. Quando qualcuno bussa alla porta del tuo ufficio e ti dice:” ciao, ho un problema…”, cosa fai, cominci a saltare di gioia? Non credo… Già ci sono i tuoi problemi e adesso arrivano anche quelli dell’altro! Allora passa all’azione, comincia a eliminare la parola problema dal tuo dizionario: non esistono problemi, esistono ” SITUAZIONI DA RISOLVERE “. Tutte le volte che dici “ho un problema” stai condizionando negativamente La Tua Mente: così dicendo, sei bloccato, sei nel problema, sei statico. Se invece tu dicessi “ho una situazione da risolvere”, il risultato, probabilmente, sarebbe diverso. “Situazione da risolvere” è dinamico, implica che qualcosa farai, che almeno di proverai; l’ atteggiamento mentale… cambia!

A mio avviso è un’amara constatazione come, nel linguaggio di molte aziende, ancora rimanga il termine “dipendente”. Chiediamo alle nostre persone responsabili, di essere proattive, di vivere l’azienda come se fosse un po’ loro, e poi li chiamiamo “dipendenti”? Dipendente è colui, o colei, che dipende. Decisamente meglio chiamarli, e considerarli, come “collaboratori”. Questo termine meglio dovrebbe essere usato anche in ogni comunicazione interna, così come la parola dipendente dovrebbe essere abolita per sempre. Molte società di consulenza e anche molte università ancora utilizzano la terminologia “gestione delle risorse umane” … Pensa che meraviglia! Tu sei una risorsa umana e c’è qualcuno che deve “gestirti”! Ma come si fa a gestire una persona? Le scorte si possono gestire, i pezzi di ricambio si possono gestire, gli sprechi si possono gestire. Le persone no. Le persone si possono, e si devono, VALORIZZARE. é vero che il linguaggio non cambia la realtà, tuttavia può modificare la percezione della realtà. Tornano  alla dicotomia dipendente-collaboratore, un conto è sentirsi chiamare “dipendente”, un altro conto è sentirsi chiamare “collaboratore”.

Nel prossimo articolo ti svelo altre piccole cose che possono fare una Grande differenza, e così facendo il tuo vantaggio è che potrai distinguerti dagli altri che utilizzano in modo errato la loro comunicazione.. tu continua a leggere e facendo un po’ di pratica diventerai molto più efficace a parlare.! Assicurato! .

Stima

Dobbiamo semplicemente inculcare nella nostra mente che avere una bassa opinione di se stessi non è una virtù ma un vizio. La gelosia, per esempio, che è la rovina di molti matrimoni è quasi sempre provocata del dubitare di se stessi. La persona che ha stima di se stessa non si sente ostile verso il prossimo, non ha bisogno di prove, vede i fatti con più chiarezza, non è tanto esigente nel pretendere dagli altri.

La donna che pensava che pensava che un intervento di plastica facciale avrebbe fatto si che il marito e i figli la apprezzassero di più, aveva in realtà bisogno di stimare di più se stessa. la mezza età, qualche ruga e qualche capello grigio, (io ce li ho già 😉 ), le avevano fatto perdere la fiducia in se stessa, rendendola di conseguenza ultrasensibile a ogni innocente osservazione e azione della sua famiglia.

NOTA BENE: smettere di immaginarvi come una persona sconfitta e indegna. non drammatizzate considerevoli oggetto di pietà e di ingiustizia, createvi una sana immagine di voi stessi.

La parola ‘stima’ significa letteralmente ‘apprezzare l’utilità, la validità, la dignità di’. Perché gli uomini guardano con meraviglia e rispetto le stelle, la luna, l’immensità del mare, la bellezza di un fiore o di un tramonto, e allo stesso tempo svalutano se stessi? Non è l’uomo la creatura più perfetta? Il saper apprezzare le vostre qualità non è egoismo a meno che non partiate dal presupposto di esservi fatti da soli e vogliate averne il merito. Non svalutare il prodotto semplicemente perché non lo avete usato in modo giusto, non disprezzatelo bambinescamente ( esiste questo termine?) per i vostri stessi errori come lo studente che disse: “Questa macchina da scrivere fa errori di ortografia”.

Ma il segreto più profondo della considerazione di sé è questo: apprezzate di più il prossimo, mostrate rispetto per ogni essere umano del resto è simile a te e quindi una ‘cosa’ di valore. Fermatevi a pensare quando siete di fronte al prossimo, poiché vi trovate dinnanzi a una creatura singola e individuale. Esercitatevi a trattare gli altri* come se avessero un certo valore e sarete sorpresi nel constatare di avere più stima di voi stessi, perché la vera stima di se non è conseguenza delle grandi cose che potete aver fatto, delle cose che possedete, della strada che avete percorso, ma è semplicemente il riconoscimento di voi stessi per ciò che siete. Quando arriverete a capire questo dovrete necessariamente concludere di dover apprezzare anche gli altri per la stessa ragione.

Come trattare gli altri e farseli amici, è IL Libro che io vi consiglio di leggere, anche se mi piacerebbe OBBLIGARVI a farlo. Uno dei libri più incredibili che sia mai stato scritto.

Seguendo i consigli e gli ‘esercizi’ che ci sono all’interno voi diventate degli esperti in relazioni umane e sicuramente avrete molti più vantaggi sia economici sia di amicizia.61468QgujGL.

Amore per il Prossimo

La personalità di tipo successo si interessano e prendono in considerazione il loro prossimo. Esse rispettano i problemi e le necessità degli altri, rispettano la dignità della persona umana e trattano gli altri individui come esseri umani e non come pedine del loro gioco.

É un dato di fatto psicologico che il nostro modo di sentire verso noi stessi tende a corrispondere ai nostri sentimenti verso il prossimo. Quando una persona comincia a essere più caritatevole verso gli altri, invariabilmente sarà più caritatevole anche con se stessa. L’individuo che pensa che ‘la gente non è molto importante’, non più neanche avere un profondo rispetto e una grande considerazione di se stesso, poiché anch’egli fa parte della ‘gente’ e con lo stesso giudizio che egli ha per quest’ultima, sarà a sua volta inconsapevolmente giudicato dalla sua stessa mente. Uno dei metodi migliori per liberarsi di un senso di colpa è cessare di condannare mentalmente gli altri, di giudicarli, di biasimarli e odiarli per i loro errori. Avere un’ immagine migliore e più esatta di voi stessi se comincerete a considerare più degni gli altri.

Un’altra delle ragioni per cui la carità verso il prossimo è un chiaro sintomo della personalità di successo è che essa significa che la persona affronta la realtà. la gente è importante, le persone non possono essere maltrattate a lungo come animali o macchine, o come pedine per fare il proprio gioco. Hitler scoprì questo, come lo scopriranno tutti gli altri tiranni in qualunque campo essi esercitino il loro potere: in casa, negli affari e nelle relazioni umane.

NOTA BENE: la ricetta per arrivare alla carità può essere suddivisa in tre parti:

  1. Cercate di formarvi un giudizio imparziale sulle persone scoprendo la verità nei loro riguardi: sono personalità individuali, esseri creativi;
  2. Prendetevi la briga di fermarvi e considerare i sentimenti degli altri, i loro punti di vista, i loro desideri e le loro necessità. Pensate maggiormente a ciò che il vostro prossimo desidera e al suo modo di sentire. un mio amico prende in giro la moglie ogni qualvolta ella gli chiede: “Mi ami?”, rispondendo: “Si, quando ci penso”. Vi è molto di vero in questo. non possiamo sentire nulla nei riguardi degli altri se non ci ‘fermiamo a  pensare’ a loro;
  3. Agite come se il prossimo sia importante e comportatevi verso esso in conformità (agite come quello che vorreste fosse fatto a voi). nei vostri rapporti con le altre persone abbiate riguardo dei loro sentimenti. Noi tendiamo a considerare gli oggetti secondo il modo in cui li trattiamo.